Studio graficoNiki Paltenghi
La Regionale è la principale biennale collettiva che riunisce i lavori di artiste e artisti dalla Svizzera italiana. Per definire il linguaggio grafico è stata condotta una ricerca che ha raccolto le testimonianze tipografiche di 976 chiese, individuate come canale principale per lo sviluppo delle arti visive nei diversi tempi e spazi della regione linguistica. Sono più di 4’400 le immagini immortalate all’interno e all’esterno delle strutture: dal pre-romanico al moderno, da Poschiavo a Bosco Gurin, da Villa Bedretto a Pedrinate. Dalla ricerca emergono tre elementi ricorrenti e vengono scelti per orchestrare l’intera identità visuale: le “curvature” tipografiche, il carattere graziato e il monocroma. In equilibrio fra passato e futuro, La Regionale sancisce la sua appartenenza temporale esasperando le caratteristiche produttive del nostro tempo, affiggendo le pagine del catalogo disassemblato ai muri di Villa Ciani risolvendo così, con senso della misura, anche la mediazione della mostra.La Regionale is the main biennial collective that brings together the work of artists from Italian-speaking Switzerland. In order to define the graphic language, a research collected the typographical heritage of 976 churches, identified as the main channel for the development of visual arts in the different times and spaces of the linguistic region. More than 4,400 images were captured inside and outside the structures: from pre-Romanesque to modern, from Poschiavo to Bosco Gurin, from Villa Bedretto to Pedrinate. Three recurring elements emerge from the research and are chosen to orchestrate the entire visual identity: the typographic 'curvatures', the serif font and the monochrome. In the balance between past and future, La Regionale affirms its temporal belonging by exasperating the productive characteristics of our time, affixing the pages of the disassembled catalogue to the walls of Villa Ciani, thus also resolving, with a sense of measure, the mediation of the exhibition.
CSX369 presenta una ricerca sui caratteri variabili nella tecnica ASCII. Viene individuata una qualità tecnica — quella della quantificazione precisa tra due istanze — per rasterizzare le immagini attraverso la tipografia. Vengono progettati nove font unicase a matrice con tre forme base applicate a tre diverse definizioni. Per il sistema cromatico, il testo viene triplicato nella stessa posizione e ogni strato riceve un colore primario. Ogni lettera adatta la dimensione delle sue matrici in base alle coordinate RGB di un’immagine. Variazioni intervallate da 0 (matrice 0%) a 255 (matrice 100%) creano tinte secondarie, terziarie e così via. Il sistema è implementato con uno strumento di elaborazione delle immagini.CSX369 features research on variable fonts in the ASCII technique. A technical quality is identified — that of precise quantification between two instances — to rasterise images through typography. Nine matrix unicase fonts are designed with three basic shapes applied to three different definitions. For the chromatic system, text is tripled in the same position and each layer gets a primary colour. Each letter adapts the size of its matrixes according to the RGB coordinates of an image. Interspersed variations from 0 (matrix 0%) to 255 (matrix 100%) create secondary, tertiary, hues and so on. The system is implemented with an image-processing tool.
La Commissione Regionale dei Trasporti del Luganese ha prodotto e distribuito questa cartina che illustra i nuovi percorsi ciclabili nel Luganese. La riduzione a due colori materializza il senso della misura verso le risorse a disposizione, con una visione generale di sostenibiltià ambientale tanto nella mobilità quanto nella sua promozione. In collaborazione con Eleonora Bourgoin e Magda Mandelli.The Lugano Regional Transport Commission has produced and distributed this map illustrating the new cycle routes in the Lugano region. The reduction to two colours materialises the sense of measure towards the available resources, with an overall vision of environmental sustainability in both mobility and its promotion. In collaboration with Eleonora Bourgoin and Magda Mandelli.
Per l’identità visuale di «Garage», la programmazione del 2023 di Sonnenstube, è stato creato uno strumento di produzione di immagini. La necessità è emersa da due motivi: a) Sonnenstube si definisce come un collettivo “indipendente” in molti aspetti della sua attività. Se la forma grafica è il risultato dello strumento che la produce, ho lavorato sullo strumento con l'obiettivo di ottenere un linguaggio visivo indipendente da altri strumenti abituali. b) La comunicazione degli eventi avviene principalmente tramite due supporti: il volantino A5 e l'animazione per i social network.— Quale relazione esiste fra immagini fisse e animate?— Qual è la loro relazione al di là di una semplice “traduzione” da elementi fissi in elementi animati?— Quale margine d’intervento esiste in questo processo?An image production tool was created for the visual identity of «Garage», Sonnenstube’s 2023 programme. The need arose for two reasons: a) Sonnenstube defines itself as an “independent” collective in many aspects of its activity. If the graphic form is the result of the tool that produces it, I worked on the tool with the aim of achieving a visual language independent from other usual tools. b) Events are communicated mainly via two media: the A5 flyer and the animation for social networks.— What relationship exists between still and animated images?— What is their relationship beyond a simple “translation” from still elements into animated ones?— What degree of intervention is there in this process?
Per l’identità visuale di «Torte in cielo», la programmazione del 2022 di Sonnenstube, è stato creato uno strumento di produzione di immagini. La necessità è emersa da due motivi: a) Sonnenstube si definisce come un collettivo “indipendente” in molti aspetti della sua attività. Se la forma grafica è il risultato dello strumento che la produce, ho lavorato sullo strumento con l'obiettivo di ottenere un linguaggio visivo indipendente da altri strumenti abituali. b) La comunicazione degli eventi avviene principalmente tramite due supporti: il volantino A5 e l'animazione per i social network.— Quale relazione esiste fra immagini fisse e animate?— Qual è la loro relazione al di là di una semplice “traduzione” da elementi fissi in elementi animati?— Quale margine d’intervento esiste in questo processo?An image production tool was created for the visual identity of «Torte in cielo», Sonnenstube’s 2022 programme. The need arose for two reasons: a) Sonnenstube defines itself as an “independent” collective in many aspects of its activity. If the graphic form is the result of the tool that produces it, I worked on the tool with the aim of achieving a visual language independent from other usual tools. b) Events are communicated mainly via two media: the A5 flyer and the animation for social networks.— What relationship exists between still and animated images?— What is their relationship beyond a simple “translation” from still elements into animated ones?— What degree of intervention is there in this process?
Per l’identità visuale di «40'0000 km/h: fuga dalla terra», la programmazione del 2021 di Sonnenstube, è stato creato uno strumento di produzione di immagini. La necessità è emersa da due motivi: a) Sonnenstube si definisce come un collettivo “indipendente” in molti aspetti della sua attività. Se la forma grafica è il risultato dello strumento che la produce, ho lavorato sullo strumento con l'obiettivo di ottenere un linguaggio visivo indipendente da altri strumenti abituali. b) La comunicazione degli eventi avviene principalmente tramite due supporti: il volantino A5 e l'animazione per i social network.— Quale relazione esiste fra immagini fisse e animate?— Qual è la loro relazione al di là di una semplice “traduzione” da elementi fissi in elementi animati?— Quale margine d’intervento esiste in questo processo?An image production tool was created for the visual identity of «40'0000 km/h: fuga dalla terra», Sonnenstube’s 2021 programme. The need arose for two reasons: a) Sonnenstube defines itself as an “independent” collective in many aspects of its activity. If the graphic form is the result of the tool that produces it, I worked on the tool with the aim of achieving a visual language independent from other usual tools. b) Events are communicated mainly via two media: the A5 flyer and the animation for social networks.— What relationship exists between still and animated images?— What is their relationship beyond a simple “translation” from still elements into animated ones?— What degree of intervention is there in this process?
Riconcezione della grafica di Lugano in Cifre, una pubblicazione annuale del Servizio di Statistica Urbana della Città di Lugano. La gerarchia tipografica è ridotta in tre dimensioni di testo per dichiarare maggiormente la struttura editoriale. La riduzione della gamma cromatica a tre colori riduce i costi di produzione e sancisce una caratteristica grafica per la collana.Concezione: Niki PaltenghiRealizzazione: Fabrizio Montini, Divisione Eventi e congressiRedesign of Lugano in Figures, an annual publication of the Urban Statistics Service of the City of Lugano. The typographic hierarchy is reduced to three text sizes in order to more clearly state the editorial structure. The reduction of the colour scheme to three colours reduces production costs and establishes a graphic characteristic for the series.Concept: Niki PaltenghiRealisation: Fabrizio Montini, Divisione Eventi e congressi
Per definire questi lavori che uniscono scultura e architettura, Not Vital ha coniato il termine ‘SCARCH’. Gli edifici che l’artista raggruppa sotto questo neologismo valorizzano la forma ed esistono principalmente con l’unico scopo, poetico e trascendentale, di contemplare il tramonto o il cielo stellato. Più che incarnare un ideale di casa, tali strutture, offrono un punto di osservazione sul mondo. La mostra di Not Vital presso la Basilica di San Giorgio, organizzata dalla Benedicti Claustra, ramo Onlus dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, a cura di Giorgia von Albertini, è intitolata SCARCH. L’esposizione si sviluppa attorno all'opera «House to Watch the Sunset», realizzata per la prima volta in Niger nel 2005 dove l'artista ha anche costruito «Makaranta» (2003), una scuola coranica dalla forma di piramide che accoglie fino a 500 bambini nella città di Agadez. Come «Makaranta», «House to Watch the Sunset» è stata realizzata con la collaborazione della comunità locale, utilizzando argilla rossa tipica del Niger. Poco dopo aver terminato questa modernista e arcaica struttura, Vital decide di trasformare «House to Watch the Sunset» in un progetto globale, costruendo una struttura in ogni continente con la sola funzione di contemplare il tramonto. Se il materiale varia a seconda della specificità del luogo in cui sorge, la forma e la dimensione risultano sempre le medesime.To define these works that combine sculpture and architecture, Not Vital has coined the term ‘SCARCH’. The buildings that the artist groups under this neologism emphasise form and exist primarily for the poetic and transcendental purpose of contemplating the sunset or the starry sky. Rather than embodying an ideal of home, such structures offer a vantage point on the world. Not Vital's exhibition at the Basilica of San Giorgio, organised by the Benedicti Claustra, a non–profit–making branch of the Abbey of San Giorgio Maggiore, curated by Giorgia von Albertini, is entitled SCARCH. The exhibition revolves around the work «House to Watch the Sunset», first realised in Niger in 2005, where the artist also built «Makaranta» (2003), a pyramid-shaped Koranic school for up to 500 children in the city of Agadez. Like «Makaranta», «House to Watch the Sunset» was built with the collaboration of the local community, using red clay typical of Niger. Shortly after finishing this modernist, archaic structure, Vital decided to turn «House to Watch the Sunset» into a global project, building a structure on each continent with the sole function of contemplating the sunset. While the material varies according to the specificity of the location, the shape and size are always the same.
Il Maglio del Malcantone presenta la prima opera nella sua nuova sala multiuso, un nuovo spazio che si prefigge di complementare la mostra permanente, rivolta ai tempi passati, aprendo un confronto con quelli presenti e futuri. È in quest’ottica che il Maglio ha voluto indagare il tema della produzione alimentare attraverso le arti visive. Nell’installazione «Sky’s the limit» — realizzata per l’occasione dal collettivo Tristebacio — lo stretto rapporto che la passata civiltà autoctona intratteneva con le risorse del territorio viene problematizzato e relazionato al nostro tempo.L’installazione mette in scena l’assurdità dell’odierna industria agroalimentare attraverso un pavimento composto da piastrelle in cui le mucche — simbolo della tradizione agricola elvetica — sono trasformate in macchine grazie ad un videogioco, creando un senso di estraneamento.In «Sky’s the limit» questo estraneamento — tipico dei videogiochi — viene ampliato dal contrasto tra il materiale sintetico dell’opera e quelli organici dello spazio circostante, tra la posizione inferiore del pavimento e quella superiore del cielo a cui il titolo allude, tra l’inglese del titolo e il contesto tradizionale del Maglio.Tramite questi contrasti «Sky’s the limit» rimanda ad un altro estraneamento: quello di un sistema produttivo che malgrado sia frutto della mente umana, continua ad opprimere una larga fetta della nostra società e la natura che la circonda.In collaborazione con Roy ClavadetscherMaglio del Malcantone presents the first work in its new multi-purpose room. This new space is intended to complement the permanent exhibition —focused on the past—by opening a confrontation with the present and future. It is with this in mind that Maglio decided to investigate the topic of food production through visual arts. In the installation «Sky’s the limit»—created for the occasion by the collective Tristebacio—the close relationship that the autochthonous civilisation had with local resources is called into question and put into dialogue with the present.The installation stages the absurdity of today’s food industry through a floor composed of tiles in which cows—symbols of the Swiss agricultural tradition—are transformed into machines thanks to a video game that creates a sense of estrangement.In «Sky’s the limit», this estrangement—typical of video games—is amplified by the contrasts it creates: between the synthetic material of the installation and the organic materials of the surrounding space, between the lower position of the floor and the upper position of the sky to which the title alludes, and between the use of an English title and the traditional context of Maglio.Through these contrasts, «Sky’s the limit» refers to another estrangement: that of a production system that—despite being a product of the human mind—continues to oppress a large part of our society and the nature that surrounds it.In collaboration with Roy Clavadetscher
«Martelli di Giovanni Vassalli» è una raccolta di 68 esemplari di forme e funzioni diverse, presentati attraverso riproduzioni a colori, commenti del proprietario e immagini dall’Archivio Audiovisivo di Capriasca e Val Colla. Stampato in risografia con inchiostri a base vegetale in collaborazione con Complice Press, Lugano.In collaborazione con Roy Clavadetscher«Martelli di Giovanni Vassalli» is a collection of 68 examples of different forms and functions, presented through photographic reproductions, owner’s comments and images from the Capriasca and Val Colla Archive. Risograph printed with vegetable based inks with Complice Press, Lugano.In collaboration with Roy Clavadetscher
Progetto di semestre ad ECAL/Lausanne al corso di editoria con Gilles Gavillet e Jonathan Hares. Ogni studente riceve una parola e sviluppa un’edizione partendo dalla stessa. Dalla parola «spinning» viene creato un esercizio mentale che consiste nella calcolazione di tutte le possibilità con cui 54 pezzi, appartenenti ad una bicicletta domestica smontata, possono essere disposti in un ipotetico cassetto.Semester project at ECAL/Lausanne in the publishing course with Gilles Gavillet and Jonathan Hares. Each student receives a word and develops an edition from it. From the word «spinning», a mental exercise is created consisting of calculating all the possibilities with which 54 pieces, belonging to a disassembled domestic bicycle, can be arranged in a hypothetical drawer.
Progetto di semestre ad ECAL/Lausanne al corso di editoria con Nicole Udry e Diego Bontognali. Ogni studente realizza un giornale inteso come documento di comunicazione politica. Le parole di un comunicato del sindacato vodese Uniterre vengono rafforzate dalla loro impostazione grafica. Al contempo, la presa di posizione è paragonata alla percentuale di astensione alle votazioni di livello federale su temi agricoli.Semester project at ECAL/Lausanne in the publishing course with Nicole Udry and Diego Bontognali. Each student produces a newspaper intended as a political communication document. The words of a communiqué of the Vaud trade union Uniterre are reinforced by their graphic design. At the same time, the stance is compared to the abstention rate at federal level votes on agricultural issues.
La raccolta di giochi da cortile «Spielbuch» di Johanna Preetorius, edito da Knaurs nel 1953, viene trovato in una cantina. Le magnifiche illustrazioni vengono destinate a nuova vita in tre nuovi supporti: un sito che ripropone la raccolta ma in dimensione digitale, un memory e dei tappeti domestici realizzati in collaborazione con Manu–Marti. «Snaurk» è un progetto personale senza scopo di lucro.Johanna Preetorius's ‘Spielbuch’ collection of backyard games, published by Knaurs in 1953, is found in a cellar. The magnificent illustrations are given a new life in three new media: a website that reproposes the collection but in a digital dimension, a memory and household rugs made in collaboration with Manu-Marti. ‘Snaurk’ is a personal non-profit project.